Visioni è un incontro avvenuto ben 20 anni fa, tra Letizia Ardillo e Yarona Pinhas.
Le immagini delle opere di Letizia Ardillo ispirate dagli insegnamenti di Yarona Pinhas, guidano nell’universo mentale del misticismo della Cabbalà.
La lingua ebraica non è solo un mezzo di comunicazione tra gli uomini, ma un tramite per comunicare con il Sacro. Le 22 lettere sono strumenti della Creazione. Se in altre lingue ogni segno non ha altra funzione che concorrere alla formazione delle parole, nell’alfabeto ebraico ogni forma significante è già di per sé un veicolo, un senso compiuto autonomo, un segno sacro, un cosmo perfetto.
Disponibile in due versioni, una è commerciale, ma pur sempre ricercata, a cominciare dalla parte grafica curata da Silvia Dini Modigliani, che ha saputo trasporre ciò che l’artista aveva realizzato con tecnica mista come la foglia d’oro e il collage.
La seconda versione è “Il libro d’artsita”, il cui prototipo è stato presentato al Festival del Libro di Barcellona nel 2018. Rilegato a mano, le immagini contenute sono state riprodotte con una speciale tecnica di stampa per ricreare la brillantezza dei colori, come il nero assoluto, a cui poi sono stati aggiunti intarsi d’oro e argento. La carta è una Fabriano, ordinata appositamente per la circostanza. Ogni immagine è quindi un’opera completa a sé stante.
“Un libro quindi come scelta di cultura che cresce e cammina… un libro viaggia e si tramanda. Parole e immagini diventano uno, in una sintesi completa del tutto. L’impressione che ho avuto maneggiando e scorrendo le pagine di questo prezioso testo è che questo possa comunicare direttamente qualcosa all’interno, travalicando il senso razionale ed empirico della logica di presentazione, delle barriere poste dalla bidimensionalità dell’immagine e dalla tridimensionalità dell’oggetto. Un libro quindi da assimilare lentamente, con la decantazione richiesta dalla propria anima, al contempo opera da ammirare per elegante bellezza e minuziosa fattura. Parole e immagini che si fondono in alchimia e spargono scintille di sapere per il mondo. Dei piccoli gioielli disponibili al pubblico in edizione limitata e numerata. A parte la bellezza sprigionata dall’oggetto artistico in sé, la peculiarità dell’opera consiste nel segreto celato all’interno. “Visioni” è una creazione da vivere e sublimare, per ricentrare il proprio sé all’essenza dell’esistenza stessa”. Giorgia Sbuelz
L’idea del libro nasce dalla volontà di contribuire alla divulgazione di questa straordinaria conoscenza, i segni grafici di Letizia Ardillo sono visioni, elaborazioni di temi e concetti che introducono il lettore in una dimensione simbolica senza tempo. Uno dei tanti nomi che definisce la Cabbalà è “l’insegnamento del segreto” attraverso le 22 lettere dell’alfabeto ebraico si accede alla comprensione della natura di ogni cosa.
Nel volume sono presenti preziosi spunti e intuizioni, che nascono dallo studio e dall’esperienza dell’Autrice, elaborati attraverso una sintesi dei principali concetti della Cabbalà.
Nel testo sono presenti 22 tavole a colori realizzate da Letizia Ardillo che interpreta in chiave simbolica il significato delle lettere.
– Titolo del libro: Visioni
– Anno di realizzazione: 2018
– Tipologia di libro: Libro auto editato (2° tiratura 100 copie, ISBN)
– Misure in cm (larghezza, altezza, spessore): 16 x 21 x 1
– Tecniche di realizzazione: Copertina nera opaca (stampa in bianca a colori b: notturno 22 liscio da 390 gr.)
Pag. 144 (fronte e retro 72 fogli)
Interno 22 pagine a colori (carta x-per120 gr)
Grafica e impaginazione di Silvia Dini Modigliani composizione in Philosopher di Jovanny Lemonad e in Times New Roman.
– Tecniche di rilegatura: Brossura
– Descrizione / contenuti del libro:
“(…)Quando si ha il merito di avvicinarsi al mondo spirituale e poi per vari ragioni ci si allontana, l’anima rimane con una perenne nostalgia e quell’uomo si ritroverà a vagare nel mondo tra una città e l’altra, tra una cosa e l’altra, tra un legame e l’altro nella ricerca di quel qualcosa che gli dia pace e serenità” (testo tratto dalla lettera tav).
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In questo libro Yarona Pinhas affronta il tema delle lettere dell’alfabeto ebraico, la loro funzione e il loro significato recondito.
Nel volume sono presenti preziosi spunti e intuizioni, che nascono dallo studio e dall’esperienza dell’Autrice, elaborati attraverso una sintesi dei principali concetti della Cabbalà.
Nel testo sono presenti 22 tavole a colori realizzate da Letizia Ardillo che interpreta in chiave simbolica il significato delle lettere.
Su ogni immagine è presente l’intervento dell’artista attraverso l’applicazione di piccoli frammenti realizzati con la foglia d’oro e d’argento.
L’opera è rilegata a mano e stampata su carta da stampa Fabriano.
– Titolo del libro: Visioni
– Anno di realizzazione: 2018
Libro autoeditato (edizioni limitate ISBN)
– Misure formato chiuso in cm (larghezza, altezza, spessore): 16,7 x 22 x 2,5
Misure formato aperto cm 41,9 x 22
– Tecniche di realizzazione:
Il libro è custodito in una scatola realizzata a mano in cartone rigato annodato da un cordoncino in raso nero
I disegni originali sono stati riprodotti in stampa inkjet su carta Fabriano con applicazioni in foglia d’oro e d’argento.
Grafica e impaginazione di Silvia Dini Modigliani composizione in Philosopher di Jovanny Lemonad e in Times New Roman. Le pagine scritte sono stampate su carta Fabriano tipo Carrara 175 g la copertina è stata realizzata con carta da incisione Reverse nera
Rilegato a mano da Silvia Dini Modigliani
“La lettera alef è la potenzialità del suono, è la colonna d’aria che fa vibrare le corde vocali, è la sonorità e non il risuonare. La lettera alef rassomiglia all’aquila che grazie all’apparato alare e alla poderosa spinta ascensionale vola in alto e la sua vista acuta può fissare il sole. L’alef trascende i limiti, amplifica la visuale e scardina schemi consueti. Anche l’uomo è dotato di ali che gli permettono di spiccare il volo grazie alla gioia del suo spirito e la sua creatività, ma se non ne fa uso, diventano un peso in più” (testo tratto dalla lettera alef).
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“Imparare un vocabolo è come aprire una finestra sullo schermo di un computer: basta fare un clic per schiudere altre finestre e visualizzare elementi diversi. Poi si scoprono le origini e le radici, che affondano indietro nella storia e provengono magari da altre lingue. Così ci si accorge che le parole fanno molta strada nel tempo e portano con sé un enorme bagaglio di conoscenza.
Ogni lingua o linguaggio elaborato dall’uomo serve a trasmettere informazioni utilizzando segni convenzionali chiamati numeri, lettere o parole. Le lettere ebraiche hanno ciascuna una raggiera di significati, sensi e rimandi che prescindono dalle parole che vanno a comporre.
Queste raggiere si uniscono sinergicamente nel momento in cui le lettere si raggruppano nel corpo di una data parola. Nel linguaggio cabalistico la parola è vista come una copertura che riveste l’oggetto che denomina. Questa veste si chiama malbùsh, così come il corpo fisico riveste l’anima, così la forma grafica di una lettera cela il suo nucleo significante”. ( Yarona Pinhas)
“Il mio percorso spirituale ha sostenuto quello creativo. La condizione fondamentale è stata quella di pormi in ascolto, creare uno spazio dentro di me che potesse accogliere tutto questo. La Cabbalà ci invita a togliere gli schemi mentali e le strutture precostituite, per arrivare all’essenza delle cose. La stessa modalità vale per il procedimento artistico. E’ un processo di sottrazione. Lo studio della Cabbalà sviluppa il senso artistico, poiché si entra in qualcosa che non è logico, bensì analogico e quindi territorio fertile per l’approccio artistico, in seconda battuta è un percorso verso il vuoto e l’infinito, il vuoto inteso come senso di ritiro prima del passo creativo, assimilabile a un sentimento gestaltico del termine”.