Quando per la prima volta, durante una lezione di Torà, il mio Rabbi ci ha consegnato il testo del Pereq Shirà, “Capitolo del Canto”, abitualmente tradotto come “Il Cantico della Creazione”, provai una grande emozione per il messaggio di speranza trasmesso dalla natura, Maestra dell’uomo. La sorpresa era grande quando il Rabbi spiegò che secondo la Tradizione ebraica la sua recitazione equivale e addirittura supera il valore dei Salmi. Non facendo parte della compilazione abituale delle preghiere, questa opera antica rimase non divulgata e poco conosciuta. Fu proprio in quel momento che decisi di tradurre e commentare il testo del Pereq Shirà più riconosciuto e diffuso attualmente in Israele, in italiano.
Come ben spiega nell’Introduzione di questo testo il Prof. Malachi Beit-Ariè, allievo di Gershom Scholem, le prime interpretazioni del Pereq Shirà testimoniano del suo carattere mistico, una guida alla profezia e del mondo angeologico, tanto da farlo sembrare un tomo mistico della letteratura delle Heikhalòt risalente al periodo tardo tannaitico – primo amoraico, o anche dell’alto medioevo.
Il campo collettivo dell’essere umano è il pianeta Terra e i valori universali positivi che ci accomunano per un unico scopo: unione sociale, achdùt chevratit.
Siamo UNO quando siamo una relazione d’amore l’uno con l’altro.
Ogni elemento, ogni uomo, ogni voce è una nota musicale per la creazione di una partitura orchestrale che si rinnova in ogni momento di vita. Siamo noi che scegliamo e componiamo i brani musicali che vogliamo ascoltare, scegli l’armonia.
I versetti che compongono il Pereq Shirà, che è diviso in sei sezioni come suggerito dalla parola bereshìt, in principio, che può essere letta barà-shit, creò sei, sono recitati da “voci” della natura, dalle sfere celesti alla terra e i suoi frutti, agli animali: per primi i volatili, poi gli acquatici, poi i terricoli, infine quelli che strisciano e gli insetti. Di ogni creatura viene evidenziato non solo il valore spirituale ma anche la postura, il modo di muoversi e le caratteristiche somatiche.
L’uomo, ultimo arrivato nella creazione, è in ascolto.
Dio e la sua creazione sono ugualmente tov, buoni. Nel disegno divino è previsto che l’uomo continui l’opera di espansione e arricchimento del creato, vivendo armoniosamente nel tov che lo circonda. Ciò non è mai avvenuto dal momento dell’uscita dell’uomo dall’Eden in poi: la lettura del Pereq Shirà è il mezzo che ha il potere di ristabilire l’equilibrio allora infranto. I Maestri che ben conoscono la natura umana ci consigliano di ringraziare e non di criticare, di apprezzare e non di dare per scontato ciò che abbiamo, di ammirare e rispettare e non di trascurare la bellezza e l’armonia della creazione. “Quando un re costruisce un palazzo per il popolo, la gente entra e critica dicendo: sarebbe un palazzo migliore se pilastri, mura e tetto fossero diversi o più alti. Ma a nessuno è mai venuto in mente di lagnarsi dicendo: ‘Avrei preferito avere tre occhi, tre mani o tre gambe, camminare a testa in giù o voltata indietro!’. Se possiamo dire così, il supremo Re dei re, il Santo che benedetto sia, e la Sua corte decidono su ogni tuo membro e lo posizionano nel posto adatto” (Genesi Rabbà 12, 1).
“Questo disse il Dio Benedetto: ‘Se non fosse per i canti e gli inni che elevate ogni giorno, non avrei creato l’universo'” (Ibid.).
La veste grafica del testo:
Dopo aver considerato l’idea di illustrare ogni voce con un disegno creato dai bambini o da un artista, incorsi nelle immagini di un manoscritto del diciottesimo secolo. Così decisi di ottenere i diritti del testo Heb. 8° 4295 dal The Jewish National and University Library (JNUL), di Gerusalemme. Il prossimo passo era quello di trovare la casa editrice che acconsentisse la pubblicazione. Mi rivolsi alla casa Editrice Salomone Belforte & C. di Livorno per la sua bicentenaria e nobile tradizione di pubblicazioni ebraiche che si diffusero nel mondo sefardita, incluso il Golfo di Aden e la città di Asmara in Eritrea, il luogo della mia nascita, dove i miei avi studiavano e pregavano con i volumi stampati dalla casa livornese.
La realizzazione di questo libro è dovuta, inoltre, alla passione di tutti coloro che hanno contribuito alla sua stesura con puro amore per la materia. Per me personalmente questa pubblicazione rappresenta la piena realizzazione dei miei punti d’interesse. La mia formazione di storica dell’arte, specializzata in arte ebraica, e dall’altra studiosa di mistica ebraica, mi ha consentito di unire in un’opera la forma con l’essenza e l’estetica con il linguaggio elegante del testo sacro, che rappresenta lo spirito che anima ogni cosa.
Il Pereq Shirà, Capitolo del Canto o Cantico della Creazione, è uno dei testi più antichi e importanti, anche se poco conosciuto, della tradizione ebraica. È una raccolta di lodi al Creatore in cui gli elementi naturali, il mondo vegetale e animale, sono i protagonisti, mentre l’uomo è assente. La visione antropocentrica del mondo viene ribaltata e la Creazione ritrova l’armonia dell’Eden originario. Qui sta il carattere sorprendentemente rivoluzionario del Pereq Shirà, che propone temi di strettissima e urgente attualità: il rapporto equilibrato tra uomo e uomo e tra uomo e ambiente, il rispetto dell’altro da noi, qualunque sia la sua natura, quale unica forma di progresso sostenibile, la necessità di stabilire nuovi parametri di giudizio e misurazione del sistema di vita umano. In questo volume presentiamo il testo riconosciuto del Pereq Shirà più diffuso attualmente in Israele, nella traduzione (con testo ebraico a fronte) e con il commento di Yarona Pinhas. Il codice illustrato, invece, è la riproduzione di un manoscritto miniato nel 1750 in Danimarca da Uri Fayvesh ben Isaac, conservato presso The National and University Library a Gerusalemme.
L’Introduzione è stata scritta da Malachi Beit-Ariè, allievo di Gershom Scholem, è Ludwig Jesselson Professor Emeritus di Codicologia e Paleografia alla Hebrew University di Gerusalemme. Nel 1965 ha fondato il Progetto Ebraico di Paleografia. Dal 1979 al 1990 è stato direttore del The Jewish National and University Library. È membro dell’Israel Academy of Sciences and Humanities.
Ha contribuito con il suo stimolante articolo sulle illustrazioni miniate Dr. Emile G.L. Schrijver, curatore della Bibliotheca Rosenthaliana, la pregevole e rinomata collezione di Hebraica e Judaica dell’Università di Amsterdam, è esperto e autore di pubblicazioni su manoscritti e libri a stampa ebraici post-medievali.